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28/03/2023

La didattica collaborativa online nella scuola: promuovere la relazione e la partecipazione attiva in rete nel contesto della pandemia Covid-19

La struttura progettuale della presente proposta prende forma dai primi risultati del progetto di ricerca in chiusura “Social learning e attività interattive online nella didattica universitaria” condotto all’interno dell’Università Telematica degli studi (IUL) nel corso dell’a.a. 2019-2020 e 2020-2021. Tale progetto ha analizzato la possibilità di sperimentare attività collaborativa negli insegnamenti universitari online al fine di analizzare le relazioni in piattaforma, la ricaduta sulla motivazione degli studenti e lo sviluppo di competenze socio-relazionali.
I primi risultati della ricerca relativi al primo anno mostrano che in media hanno scelto la modalità collaborativa gli studenti più giovani, dei quali quasi la metà ha meno di 30 anni e in modo specifico gli studenti full time, ossia quelli che studiano soltanto. Complessivamente, chi ha svolto il lavoro in gruppo si dichiara molto soddisfatto e dichiara che rifarebbe la stessa scelta: i principali punti di forza riguardano la percezione di aver imparato di più e di aver lavorato in un buon clima sociale; la criticità maggiore è stata invece riscontrata nei tempi e nell’impegno, che sono stati superiori alle aspettative. Chi ha lavorato in gruppo riporta livelli di condivisione maggiore in tutte le attività previste, a fronte di chi ha seguito individualmente, e dichiara di aver dedicato complessivamente più tempo al corso, anche nelle attività di studio personale.


Interessante notare che emerge una differenza significativa nella percezione delle competenze digitali iniziali degli studenti: chi ha scelto la modalità collaborativa valuta le proprie competenze più elevate degli altri sull’uso sia degli strumenti, sia dei programmi informatici (Mori & Baldi, 2021).
Per quanto riguarda la sfera sociale, emerge con forte rilevanza il fattore relativo alla Coesione sociale (Garrison et al., 2020). Considerando che l’adesione alla sperimentazione era facoltativa e non comportava alcuna penalizzazione durante l’esame, i corsisti e le corsiste partecipanti alle attività collaborative da svolgersi on line risultavano fortemente motivati al confronto tra pari e alla condivisione di una dimensione sociale, accentuata anche dal periodo di distanziamento dovuto alla pandemia, e di quella cognitiva volta alla costruzione di conoscenza tipica delle comunità di apprendimento on line.


Un altro studio che tale ricerca considera come premessa è l’indagine che Indire ha condotto sulle scuole italiane durante il primo lockdown del 2020 volta ad approfondire le pratiche didattiche poste in essere per lo svolgimento della Didattica a Distanza (Indire, 2020).
Dal questionario online è stato possibile ricostruire le modalità didattiche messe in pratica insieme ai loro alunni: le tipologie adottate (attività sincrone, asincrone, laboratoriali e di ricerca offline o risorse per lo studio individuale), la frequenza, il tipo di conduzione delle attività in relazione alle dinamiche di classe e le strategie didattiche applicate.


In relazione alle metodologie maggiormente in uso in DaD, è emerso chiaramente che la maggior parte dei rispondenti al questionario ha trasposto in digitale le pratiche didattiche in uso in classe.
Le “lezioni in videoconferenza” sono state quelle maggiormente utilizzate in ogni ordine di scuola, dalla primaria alla secondaria di primo grado (89,7% alla primaria, 96,7% alla secondaria di primo grado e 95,8% alla secondaria di secondo grado), come pure l’“assegnazione di risorse per lo studio ed esercizi” da svolgere in autonomia (oscillando dal 79,8% alla primaria fino al 78,7% della secondaria di secondo grado e l’80% alla secondaria di primo grado). Una minoranza di docenti, tuttavia, ha sperimentato pratiche laboratoriali in DaD. Tale gruppo corrisponde al 14,5% del campione (549 soggetti su base dati 3.774), cresce al crescere dei gradi scolastici, collocandosi soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado. Questo gruppo si caratterizza per il ricorso alle pratiche maggiormente espressive di una didattica di tipo attivo, collaborativa e volta allo sviluppo del pensiero critico e alla metacognizione, con relazioni statisticamente significative (“ricerche online”, “costruzione di artefatti digitali”, “attività laboratoriale/osservazione”,“project work”…).


Questi risultati sono confermati anche dalla ricerca svolta dalla SIRD in cui vengono riportate
come criticità “la mancanza di laboratori e attività pratiche online” e la “difficoltà di raggiungere gli alunni” (Batini et al, 2021) . Sempre da questo studio emerge chiaro quanto il ruolo della famiglia sia stato centrale in questo nuovo assetto degli ambienti di apprendimento. Tale ambito è stato indagato anche dallo studio condotto dalla IUL, in collaborazione con l’Università di Bath “International Covid-19 Impact on Parental Engagement Study (ICIPES)”2020.

Lo studio, che ha coinvolto 23 paesi, ha previsto la creazione di un questionario con domande chiuse ed aperte volto ad indagare il coinvolgimento dei genitori nel supportare l’attività di studio e di apprendimento durante il primo periodo di lockdown. Dai risultati del campione italiano (genitori di figli e figlie tra i 6-16 anni) è emerso che sono state prevalentemente le donne (madri o nonne) che si sono occupate di seguire e supportare l’apprendimento dei figli durante la DAD, una percentuale nettamente schiacciante, pari al 94%. Oltre il 50% ha dichiarato di aver controllato le email e le indicazioni provenienti dalla scuola “quasi ogni giorno” per fornire un sostegno “tecnico”, mediando le indicazioni degli insegnanti da un lato, e dall’altro, ricoprendo un ruolo di sostegno all’apprendimento che fino ad allora non era mai stato richiesto in maniera così netta. Come si può immaginare tale presenza decresce in modo significativo al crescere dell’età dei figli. Alla luce di questo quadro la presente ricerca si pone la finalità generale di approfondire come i docenti e i Dirigenti abbiano sperimentato attività collaborative online al fine di identificare esperienze significative e trasferibili per promuovere la partecipazione attiva e la relazione negli ambienti di apprendimento virtuali. Si intende inoltre approfondire il ruolo del contesto familiare come aspetto centrale per una buona riuscita del processo di insegnamento-apprendimento in tale prospettiva.

5/10/2020

Social learning e attività interattive online nella didattica universitaria

Gli alti tassi di dropout nei percorsi di formazione online indicano che molti studenti si sentono disconnessi e isolati a causa della distanza tra di loro e con il formatore. Questo studio ipotizza che, all’interno di un percorso universitario online, l’introduzione di attività di tipo sociale e una maggiore enfasi sull’apprendimento collaborativo e di gruppo abbiano un impatto positivo sia in termini di motivazione che di apprendimento. La ricerca vuole indagare in che misura e in quali condizioni questo avvenga, e quale relazione possa stabilirsi tra attività di tipo sociale e collaborativo e modelli istruzionali classici. Attraverso l’introduzione mirata di attività interattive e collaborative all’interno di percorsi universitari in essere, lo studio vuole favorire lo sviluppo di comunità online osservabili e indagare la relazione tra dimensione sociale e apprendimento, pensiero critico, motivazione, soddisfazione e consapevolezza degli obiettivi formativi da parte degli studenti.