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Accreditata MUR con D.M. 02/12/2005

Prospettive di lavoro con la laurea in economia

Il mondo dell’economia e della finanza è la tua passione? Sei incuriosito dalle dinamiche economiche che muovono il progresso tecnologico, la globalizzazione e le scelte di piccole e grandi imprese? Ma anche le decisioni quotidiane delle famiglie che devono fare i conti con le realtà economiche di tutti i giorni. La laurea in Economia è il percorso universitario ideale per dare risposta a tali domande e molte altre. Oltre a garantire maggiori sbocchi lavorativi, un’occupazione post lauream tra le più alte rispetto ad altri corsi e un stipendio iniziale superiore alla media.

Durante questo percorso saranno diverse le discipline da affrontare: economiche, matematiche, statistiche, aziendali e giuridiche. Perciò sono molteplici le possibilità lavorative sia nel settore pubblico che in quello privato, il tasso di occupazione infatti è molto alto e gli stipendi sono superiori alla media della maggior parte delle altre professioni.

Quali sono le carriere più frequenti

Se ti stai domandando cosa puoi fare dopo la laurea in economia e quali sono gli sbocchi lavorativi che essa offre di seguito puoi trovare un elenco di posizioni per cui è richiesto o è consigliabile tale percorso di studi. Oltre alle professioni “classiche” come: commercialista, controller aziendale o revisore legale, non vanno trascurate tutte quelle nuove professioni che si sono generate con l’evoluzione del mercato del lavoro, soprattutto negli ultimi anni.

Il commercialista è una figura sempre più importante per aziende ed enti, si tratta infatti di una professione di grande responsabilità anche alla luce dei continui aggiornamenti della materia fiscale. Un lavoro che presuppone un rapporto di fiducia tra cliente e professionista, e che in alcuni casi porta quest’ultimo a diventare un elemento imprescindibile. Inoltre non vanno trascurate le diverse evoluzioni che vi sono state in questo campo, anche in virtù del digitale che in molti casi ha reso le attività più veloci, grazie alla gestione telematica. 

 

 

Come si diventa commercialista? Si tratta di un percorso non poco impegnativo. Per alcuni può essere considerato come lo sbocco naturale dopo la laurea in economia, ma ottenuta questa sono necessari ulteriori step. Infatti, è necessario un periodo di 18 mesi di tirocinio presso uno studio di un dottore commercialista. Questo è un requisito necessario per poter fare domanda di ammissione all’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione e iscriversi nella Sezione A dell’Albo professionale. Infine è necessario aprire la partita IVA.

 

 

Quanto guadagna un commercialista? Inutile nascondere che negli ultimi anni la concorrenza ha determinato un calo del reddito medio della categoria. Secondo l’ultimo report della Fondazione dei Dottori Commercialisti, gli iscritti all’albo sono circa 120mila, ovvero uno per ogni 510 abitanti. Inoltre bisogna distinguere per zone geografiche e per modalità di svolgimento della professione. 

 

Si stima infatti che al Nord le prospettive di guadagno siano maggiori, si pensi che mentre in Trentino-Alto Adige lo stipendio medio è di 105.000 euro annui, in Calabria scende fino a di 24.000 euro annui. 

 

Relativamente alle modalità di svolgimento si calcola che un commercialista con un’esperienza sul campo di almeno 5 anni, che lavora con Partita IVA all’interno di uno studio, possa guadagnare circa 1.500 euro netti al mese. Ovviamente questa cifra aumenta progressivamente con gli anni, fino a moltiplicarsi per due, tre o quattro volte, in proporzione alla crescita del proprio bacino di clienti. Mentre per i commercialisti impiegati presso studi associati, si fa riferimento ai contratti nazionali: all’inizio la retribuzione si aggira intorno ai 1.200 euro netti al mese fino ad arrivare ai un 2.200 per i profili con più esperienza. Va detto inoltre che il quantum può dipendere anche dall’azienda. Nel caso di multinazionali, gli stipendi vanno dai 2.500 ai 5000 euro netti.

Il controller aziendale è una delle figure più importanti all’interno di un’azienda. A lui infatti è affidato l’importantissimo compito di monitorare costantemente il flusso economico e commerciale, provando ad ottimizzare l’azione dell’impresa. Si tratta di un controllo sostanziale effettuato al di là delle procedure formali applicate. Questo ruolo può essere ricoperto solo dopo anni di esperienza. 

 

Come si diventa controller aziendale? I suoi compiti non sono semplici, deve infatti saper redigere e interpretare un bilancio ed analizzare i mercati avendo piena conoscenza degli strumenti e dei software necessari alla gestione della contabilità. Ragion per cui non può fare a meno di una laurea in indirizzo economico, ma questo è solo il primo passo. Per assumere una posizione così importante bisogna partire come figura junior all’interno dell’ufficio contabilità per poi diventare responsabile oppure si può iniziare a lavorare come consulente esterno. Ciò che rileva in questi casi è l’esperienza maturata sul campo ed un master su temi affini è solitamente molto apprezzato. 

 

Quanto guadagna un controller aziendale? I guadagni variano in base all’esperienza che si è maturata. Si parte come esperto contabile con un corrispettivo medio di circa 25.000 euro annui per poi aumentare durante l’avanzamento della carriera. In alcuni casi come per le grandi aziende, i guadagni possono essere molto più alti fino ad arrivare a 60.000 euro oltre a diversi bonus in base ai risultati raggiunti.

Fra gli sbocchi lavorativi dopo la laurea in economia vi è quello di revisore legale. Il suo lavoro consiste nel controllare e verificare la conformità dei bilanci di aziende private e pubbliche. Deve quindi essere esperto di materie economiche e giuridiche perché ha il compito di assicurare la correttezza e la trasparenza dei documenti contabili verificando se il bilancio di un’azienda è conforme alla legislazione italiana, europea ed internazionale. Per questa ragione deve essere un professionista abilitato a seguito di un esame di Stato e deve essere iscritto in un apposito albo. Il suo compito è quello di redigere una relazione inerente la correttezza della compilazione del bilancio dell’azienda e a tale scopo può consultare qualsiasi documento interno dell’azienda. 

 

Come si diventa revisore legale? Vista la delicatezza del suo compito i requisiti per svolgere questa professione sono alquanto rigidi. Oltre ad una laurea triennale in discipline economico – finanziarie è necessario svolgere un tirocinio di 3 anni svolto presso lo studio di un revisore legale. Successivamente è necessario sostenere un esame di idoneità che consiste in 4 prove. Le prime tre prove sono scritte e vertono su rispettivamente materie economiche o aziendali; materie giuridiche e materie tecnico-professionali e della revisione. L’ultima prova consiste in un colloquio orale sulle materie oggetto delle precedenti prove. Superato l’esame, va richiesta l’iscrizione nel registro dei revisori legali oltre ad aprire una partita IVA.

 

 

Quanto guadagna un revisore legale? Innanzitutto va specificato che vi sono due variabili da tenere in considerazione: l’esperienza e la modalità di esercizio della professione. I guadagni infatti non dipendono solo dagli anni di carriera e quindi di esperienza sul campo ma anche dal fatto che si può lavorare come dipendente di un’azienda o come libero professionista. Se si inizia come revisore Junior d’azienda si parte da 18.000 euro l’anno fino ad arrivare a circa 45.000 annui per i revisori più esperti e competenti.

La laurea in economia è tra quelle che, più di tante altre, può essere propedeutica per la partecipazione ai concorsi pubblici. I temi affrontati durante il percorso di studi sono tra i più richiesti, in special modo dalle amministrazioni e dagli enti statali. Infatti, il bagaglio di competenze acquisito conferisce una notevole attitudine alla preparazione dei diversi argomenti richiesti dai bandi di concorso.

Un altro degli sbocchi professionali che possono seguire la laurea in economia è quello dell’insegnante. Concluso il percorso di studi sarà necessario conseguire dei crediti integrativi in special modo nelle materie economiche. Successivamente è necessario acquisire 24 CFU necessari per accedere all’insegnamento.

 

Le classi di concorso alle quali si può accedere grazie alla Laurea in Economia e Commercio (Vecchio Ordinamento o Laurea Magistrale/Specialistica) sono diverse: è possibile infatti insegnare Matematica (Classe di Concorso A026), Scienze economico-aziendali (A045), Scienze giuridico-economiche (A046), Scienze matematiche applicate (A047) e anche Geografia (A021).

 

Quanto guadagna un docente? Per il docente della scuola secondaria di secondo grado lo stipendio iniziale è di poco meno di 21 mila euro, nel periodo tra i 9 e i 14 anni di servizio sale a 24 mila fino ad arrivare ad un massimo di circa 33 mila euro annuali.

Attività post laurea più apprezzate

Il percorso formativo in Scienze economiche può avere diversi sbocchi e proseguire in diversi ambiti e  scegliere è davvero arduo, essendo davvero molte le possibilità offerte per ottenere una maggiore specializzazione. Sono molto richiesti i master in management delle imprese e in gestione e organizzazione delle risorse umane. Per chi fosse particolarmente interessato all’ambito della gestione d’impresa, può consultare le pagine dei master nati dalla partnership tra l’Università Telematica degli Studi IUL e la 24 ORE Business school.