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Prospettive di lavoro con la laurea in comunicazione
Comunicare e saper comunicare. Se fino a qualche decennio fa erano attività relegate a specifici settori, oggi la comunicazione ha preteso un ruolo imprescindibile in ogni ambito della vita economica e sociale di singoli individui e soggetti collettivi. La rapida evoluzione del mondo del lavoro, le potenzialità capillari del web e la legittimazione dei social media, hanno portato in brevissimo tempo alla creazione di figure professionali sempre nuove e indispensabili per chiunque intenda farsi conoscere. Ecco dunque che dalle piccole aziende familiari alle grandi imprese, dalle realtà sociali collaborative ai soggetti pubblici e statali, fino alle startup e i singoli professionisti, tutti oggi non possono fare a meno di figure professionali specializzate in comunicazione.
Quali sono le carriere più frequenti
Attualmente non è possibile circoscrivere un ventaglio definito di sbocchi lavorativi che possono venirsi a creare con una laurea in comunicazione perché questo mondo è in continua evoluzione e le richieste da parte di enti o società sono in continuo aumento. Di seguito proveremo a definire le figure professionali attualmente più richieste e quelle in forte ascesa che saranno rilevanti per il futuro. È bene segnalare che per molte di queste non è specificamente richiesta una laurea, almeno per il settore privato, ma di certo possederne una e formarsi anche attraverso un master può davvero fare la differenza.
L’addetto stampa è tra gli sbocchi lavorativi più classici che si possono conseguire con una laurea in comunicazione. Si tratta di un’attività molto stimolante e varia anche a seconda delle modalità di svolgimento. È possibile infatti lavorare come dipendente di enti o aziende private ma anche come libero professionista per uno o più committenti. Solitamente questi si occupa di comunicazione interna ed esterna. La prima riguarda il circuito interno di un ente o una azienda e si concretizza nell’informare i dipendenti, definendo le newsletter, i resoconti delle riunioni, i comunicati stampa e le rassegne sui temi di interesse dell’azienda. La seconda invece riguarda invece tutto l’articolato ventaglio di attività che sono dirette verso l’esterno: dai propri fornitori all’opinione pubblica generale, senza trascurare il delicato rapporto con la stampa.
Come si diventa addetto stampa? La laurea in comunicazione fornisce tutti gli strumenti per intraprendere questo lavoro, ma alcuni enti possono richiedere tra i requisiti l’iscrizione all’albo dei giornalisti ed in svariati casi può essere rilevante il possesso di un master relativo alle tematiche sulla comunicazione.
Quanto guadagna un addetto stampa? Innanzitutto va fatta una differenza se il lavoro viene svolto come dipendente o come libero professionista. Nel secondo caso infatti è possibile lavorare per più committenti e quindi ottenere maggiori utili. Ciò però non è sempre vero perché la retribuzione può dipendere anche dal tipo di ente o di azienda per la quale si lavora e dal tipo di responsabilità che si è chiamati ad assumere. Volendo fare una stima generica, possiamo affermare che lo stipendio medio parte dai 18.000 euro lordi per chi è alle prime armi, fino ad arrivare ai 60.000 o 70.000 euro per i più esperti o per coloro che ricoprono posizioni di forte responsabilità, si prenda ad esempio l’addetto stampa di una grande multinazionale o di un ente governativo.
Fare il giornalista può essere considerato di sicuro uno dei lavori più interessanti ed è anche uno degli sbocchi naturali dopo una laurea in comunicazione. Seguire una pista come un vero e proprio detective, scrivere un editoriale politico o raccontare di un evento sportivo è il sogno di molti. Riuscire nell’impresa però non è da tutti, servono padronanza lessicale, fluidità di penna e una buona dose di predisposizione al sacrificio.
Come si diventa giornalista? A onor del vero va detto che non è necessaria una laurea per diventare un giornalista bensì l’iscrizione ad un albo che si differenzia in pubblicisti e professionisti. Per iscriversi all’albo dei pubblicisti è necessario collaborare per almeno due anni con una testata regolarmente registrata, realizzando un numero specifico di articoli retribuiti. Per l’albo dei professionisti invece, oltre al praticantato di 18 mesi presso una redazione giornalistica, è necessario superare un esame di idoneità professionale. In alternativa al praticantato è possibile frequentare per almeno due anni, una delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei giornalisti.
Quanto guadagna un giornalista? Stabilire uno stipendio può essere molto difficoltoso anche perché possono esservi differenze molto rilevanti. Se moltissimi giornalisti freelance dichiarano di guadagnare un minimo di 5000 euro annui, vi sono i giornalisti dipendenti che possono arrivare ad un massimo di 60.000 euro annui, fino alle centinaia di migliaia di euro dei professionisti delle grosse emittenti televisive.
Gestire la comunicazione social di un ente, un’azienda ma anche di una persona singola può essere molto più difficile di quanto si pensa. Al di là delle doti di scrittura creativa è necessaria una buona dose di empatia per capire ciò che il proprio committente vuole comunicare e trovare il modo migliore per farlo. I social infatti sono una vera e propria vetrina sul mondo ed un singolo errore può avere effetti davvero nefasti, soprattutto quando questo diventa virale, cosa non di certo rara per i profili che possono vantare migliaia o addirittura milioni di followers. Ragion per cui, soprattutto chi svolge questo ruolo per enti o uomini pubblici, è chiamato ad un’attenzione particolare e deve agire con molta premura.
Come si diventa social media manager? Non esistono strade preimpostate, né lauree necessarie, ma di certo riuscire a padroneggiare gli strumenti propri del mondo della comunicazione rende tutto più semplice. A tale ragione, per chi vuole intraprendere seriamente questa professione è consigliabile un corso di laurea in comunicazione, che può offrire diversi sbocchi lavorativi in questo determinato campo.
Quanto guadagna un social media manager? Se venti anni fa avessero detto ai nostri genitori che i loro figli avrebbero guadagnato attraverso un social network, questi di sicuro avrebbero risposto di trovarsi un lavoro vero. Invece proprio grazie ai social i loro figli guadagnano oggi il due, tre e a volte cento volte in più dei propri genitori. Il social media manager di grandi aziende può infatti arrivare a guadagnare grosse cifre economiche, cifre che variano sia per il tipo di impiego (dipendente o professionista) e per il tipo di social (Facebook, Instagram, Twitter e TikTok).
Attività post laurea più apprezzate
La scelta di proseguire il proprio percorso formativo, partecipando a Corsi di perfezionamento e Master di I e II livello, può essere determinante nel trovare rapidamente un impiego in questo settore.
Spesso i laureati in Scienze della comunicazione orientano la propria scelta su master che offrono specializzazioni in marketing management, copywriting (la scrittura di testi a scopo pubblicitario) e comunicazione digitale.
Per approfondire gli aspetti della comunicazione web e dei digital media, diventare un addetto stampa o specializzarsi nel settore dell’editoria, l’Università degli studi IUL propone i seguenti master di I livello/Corso di alta formazione: