Processi educativi e didattica Processi educativi e didattica Archivi - IUL

info@iuline.it / 055 0380900

Accreditata MUR con D.M. 02/12/2005
  • it
Processi educativi e didattica

Processi educativi e didattica

13/05/2024

I-PATHS – Intercultural Philosophical Approach to THinking Skill

The aim of the project is to encourage intercultural dialogue with third countries not associated with the Programme and to increase tolerance through online interactions between people, relying on digital and youth-friendly technologies. 

The I-PATHS didactic model – a Intercultural Philosophical Approach to THinking Skill – will be used in project approach. This teaching concept, which is founded on a philosophical approach that encourages a critical mindset (Critical Thinking) through reflection on everyday expressions.
There are two specific objectives of the project:

  • SO1 – Promote various types of virtual exchanges enabling more young people to benefit from intercultural and international experiences.
  • SO2 – Enhancing critical thinking and media literacy, particularly in the use of the Internet and social media, so as to counter discrimination, polarisation and violent radicalisation.

The target group consider 2,500 student participants from 4 different Countries (Italy, Spain, Tunisia, Morocco). The goal is to develop critical thinking as the need to base our thinking on listening to others, on recognising ourselves as something else among others: it is a matter of assisting the individual in exploring and knowing his own limits, because our thinking can only be critical within them, as Kant reminds us. Developing this type of attitude benefits not only information and the capacity to detect a person’s competency and the reliability of a topic, but also each individual’s social life. The outcomes of this strategy reveal an increase in democratic engagement and collaboration in school activities: pupils express a sense of belonging to the educational community and appreciate the importance of active citizenship. According to the World Economic Forum, critical thinking is required for active citizenship, and its development must be one of our school system’s primary goals, because it is fundamental for each individual’s physical, mental, and social well-being.

7/05/2024

DIGITAL INPUT

Digital input realizzerà attività formative distinte in 2 canali: 

1) per favorire l’acquisizione delle competenze digitali di base di cui migranti, donne con vissuti difficili, persone in situazione di marginalità, accomunati da disoccupazione/inoccupazione, necessitano; 

2) per accrescere la preparazione professionale di coloro fuoriusciti dal mondo del lavoro, sostenendo la ricerca di occupazione di successo attraverso l’acquisizione di competenze professionali avanzate in settori strategici per il Green Deal europeo.

Il progetto prevede l’implementazione delle seguenti fasi: progettazione esecutiva, pubblicizzazione dei percorsi formativi, informazione/orientamento partecipanti, selezione, erogazione corsi e attività di supporto, valutazione e validazione degli apprendimenti, riconoscimento e messa in trasparenza delle competenze tramite gli strumenti europei (ECVET, Europass).

Ruolo dell’Università Telematica degli Studi IUL: Partner 

I partners sono:

  • Centro di Formazione Professionale don Giulio Facibeni (Capofila)
  • Fondazione ITS Fondazione Solidarietà Caritas
  • Fondazione Solidarietà Caritas ETS
  • Rifredi Insieme società cooperativa sociale
  • CO&SO Empoli – Consorzio per la cooperazione e la solidarietà 
28/03/2023

Qualità e partecipazione in Ateneo: ricerca sulla conoscenza e la consapevolezza dei processi di AQ e sul coinvolgimento degli studenti

I processi rivolti ad assicurare il corretto funzionamento degli Atenei non si esauriscono nell’espletamento di procedure standard, ma vanno piuttosto inquadrati all’interno di una forma mentis o più opportunamente all’interno di una cultura della qualità. Come ogni processo culturale, anche quello della Qualità di Ateneo richiede del tempo per instaurarsi e soprattutto una costante pratica condivisa da tutti gli attori che fanno parte del processo. È su questi presupposti che può fondarsi una maggiore consapevolezza e anche un più efficace coinvolgimento degli studenti nei processi di AQ e nel loro miglioramento. E è in tal modo che, in ultima analisi, è possibile promuovere una maggiore partecipazione di tutti i membri dell’istituzione alla vita di Ateneo, favorendo processi di azione condivisa e puntando sulle relazioni umane.

A partire da questa premessa le principali finalità del progetto di ricerca sono:

● Analizzare, attraverso forme di indagine qualitativa e quantitativa, la conoscenza e la consapevolezza dei processi di Qualità di Ateneo da parte di tutte le figure presenti nell’Ateneo IUL che concorrono a vario titolo ad assicurarne la Qualità; estendere le medesime attività di indagine sulla Qualità ad altri Atenei italiani, da coinvolgere nel progetto, per operare un confronto sull’espletamento dei processi di qualità;

● Verificare la conoscenza e la consapevolezza dei processi di AQ negli studenti di Ateneo, al fine di potenziare il loro coinvolgimento;

● Proporre delle azioni di miglioramento della qualità, sulla base dei risultati raggiunti, verificarne gli indici di efficacia, efficienza e impatto attraverso un monitoraggio qualitativo e quantitativo a distanza di tempo dalla messa in essere delle azioni correttive;

● Mettere in atto una ricerca-azione nell’Ateneo IUL che punti sui processi di consapevolezza dell’AQ per migliorare il funzionamento dell’istituzione, con una particolare enfasi sull’apporto delle risorse umane e delle relazioni tra i membri.

venti congressuali e fieristici inerenti alle strategie di miglioramento della Qualità di Ateneo.

28/03/2023

Promuovere il successo formativo degli studenti nelle università online: Learning Analytics per il miglioramento della didattica

Con il termine Learning Analytics (LA) facciamo riferimento a un campo di ricerca sviluppato nel corso del XX secolo e orientato all’analisi dei dati dell’apprendimento (Educational data) prodotti da un Learning Management System (LMS). Tali dati (dati personali, dati di accesso, dati relativi alle interazioni tra gli utenti, ecc.) vengono generati ogni qual volta i corsisti interagiscono con il contenuto di un corso online o con gli utenti iscritti alla stessa piattaforma di e-learning.

Anche in ambito educativo, questi grandi insiemi di dati sono comunemente detti Big Data. poiché le loro dimensioni vanno al di là della capacità dei tipici strumenti software di database utilizzati per l’acquisizione, la memorizzazione, la gestione e l’analisi.

I Big Data nascono dunque dai nostri comportamenti online e rappresentano una fonte preziosa per studiare e comprendere i fenomeni sociali al fine di generare conoscenza e produrre previsioni. Risulta quindi comprensibile come i Big Data stiano assumendo un ruolo da protagonisti anche nei contesti educativi ed in particolare nell’e-learning (Baig, Shuib, & Yadegaridehkordi, 2020) affrontando così alcune delle criticità proprie dei corsi online (Chatti et al., 2012; Daniel, 2015; Siemens, Dawson, & Lynch, 2013). In questo contesto, la mancanza di un contatto fisico tra docenti e studenti, e tra studenti stessi, può far sentire gli studenti isolati e disorientati nello spazio online. Per lo stesso motivo il docente può trovare difficoltà a percepire nei propri studenti difficoltà e perdite di motivazione, eventuali sovraccarichi cognitivi, come anche la qualità della loro partecipazione. L’implementazione di strumenti di LA all’interno di un corso universitario online viene in aiuto per affrontare queste problematiche in quanto consente al docente una profonda osservazione dell’attività dei propri corsisti offrendo loro feedback formativi individualizzati e non finalizzati al controllo e alla valutazione ma allo sviluppo nei soggetti in formazione del senso di autoefficacia e autoregolazione (Zimmerman, 2000; Pellerey, 2006). Partendo quindi dall’enorme volume di dati resi disponibili da un LMS, i docenti potranno ricavare informazioni per conoscere i comportamenti dei propri studenti nella fase di apprendimento, identificare le loro esigenze di apprendimento e rendere più efficace il proprio insegnamento (Mori & Baldi, 2022).

La presente ricerca si propone la finalità di indagare come attraverso l’impiego di modelli previsionali e descrittivi (modelli di regressione multipla (Chen & Xie, 2020) e logistica (Von Hippel & Hofflinger, 2020), la costruzione di indicatori e la cluster analysis (Cecchi et al., 2021) applicati ai dati provenienti da piattaforme LMS, sia possibile promuovere il successo formativo degli studenti che frequentano corsi universitari online.

28/03/2023

La didattica collaborativa online nella scuola: promuovere la relazione e la partecipazione attiva in rete nel contesto della pandemia Covid-19

La struttura progettuale della presente proposta prende forma dai primi risultati del progetto di ricerca in chiusura “Social learning e attività interattive online nella didattica universitaria” condotto all’interno dell’Università Telematica degli studi (IUL) nel corso dell’a.a. 2019-2020 e 2020-2021. Tale progetto ha analizzato la possibilità di sperimentare attività collaborativa negli insegnamenti universitari online al fine di analizzare le relazioni in piattaforma, la ricaduta sulla motivazione degli studenti e lo sviluppo di competenze socio-relazionali.
I primi risultati della ricerca relativi al primo anno mostrano che in media hanno scelto la modalità collaborativa gli studenti più giovani, dei quali quasi la metà ha meno di 30 anni e in modo specifico gli studenti full time, ossia quelli che studiano soltanto. Complessivamente, chi ha svolto il lavoro in gruppo si dichiara molto soddisfatto e dichiara che rifarebbe la stessa scelta: i principali punti di forza riguardano la percezione di aver imparato di più e di aver lavorato in un buon clima sociale; la criticità maggiore è stata invece riscontrata nei tempi e nell’impegno, che sono stati superiori alle aspettative. Chi ha lavorato in gruppo riporta livelli di condivisione maggiore in tutte le attività previste, a fronte di chi ha seguito individualmente, e dichiara di aver dedicato complessivamente più tempo al corso, anche nelle attività di studio personale.


Interessante notare che emerge una differenza significativa nella percezione delle competenze digitali iniziali degli studenti: chi ha scelto la modalità collaborativa valuta le proprie competenze più elevate degli altri sull’uso sia degli strumenti, sia dei programmi informatici (Mori & Baldi, 2021).
Per quanto riguarda la sfera sociale, emerge con forte rilevanza il fattore relativo alla Coesione sociale (Garrison et al., 2020). Considerando che l’adesione alla sperimentazione era facoltativa e non comportava alcuna penalizzazione durante l’esame, i corsisti e le corsiste partecipanti alle attività collaborative da svolgersi on line risultavano fortemente motivati al confronto tra pari e alla condivisione di una dimensione sociale, accentuata anche dal periodo di distanziamento dovuto alla pandemia, e di quella cognitiva volta alla costruzione di conoscenza tipica delle comunità di apprendimento on line.


Un altro studio che tale ricerca considera come premessa è l’indagine che Indire ha condotto sulle scuole italiane durante il primo lockdown del 2020 volta ad approfondire le pratiche didattiche poste in essere per lo svolgimento della Didattica a Distanza (Indire, 2020).
Dal questionario online è stato possibile ricostruire le modalità didattiche messe in pratica insieme ai loro alunni: le tipologie adottate (attività sincrone, asincrone, laboratoriali e di ricerca offline o risorse per lo studio individuale), la frequenza, il tipo di conduzione delle attività in relazione alle dinamiche di classe e le strategie didattiche applicate.


In relazione alle metodologie maggiormente in uso in DaD, è emerso chiaramente che la maggior parte dei rispondenti al questionario ha trasposto in digitale le pratiche didattiche in uso in classe.
Le “lezioni in videoconferenza” sono state quelle maggiormente utilizzate in ogni ordine di scuola, dalla primaria alla secondaria di primo grado (89,7% alla primaria, 96,7% alla secondaria di primo grado e 95,8% alla secondaria di secondo grado), come pure l’“assegnazione di risorse per lo studio ed esercizi” da svolgere in autonomia (oscillando dal 79,8% alla primaria fino al 78,7% della secondaria di secondo grado e l’80% alla secondaria di primo grado). Una minoranza di docenti, tuttavia, ha sperimentato pratiche laboratoriali in DaD. Tale gruppo corrisponde al 14,5% del campione (549 soggetti su base dati 3.774), cresce al crescere dei gradi scolastici, collocandosi soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado. Questo gruppo si caratterizza per il ricorso alle pratiche maggiormente espressive di una didattica di tipo attivo, collaborativa e volta allo sviluppo del pensiero critico e alla metacognizione, con relazioni statisticamente significative (“ricerche online”, “costruzione di artefatti digitali”, “attività laboratoriale/osservazione”,“project work”…).


Questi risultati sono confermati anche dalla ricerca svolta dalla SIRD in cui vengono riportate
come criticità “la mancanza di laboratori e attività pratiche online” e la “difficoltà di raggiungere gli alunni” (Batini et al, 2021) . Sempre da questo studio emerge chiaro quanto il ruolo della famiglia sia stato centrale in questo nuovo assetto degli ambienti di apprendimento. Tale ambito è stato indagato anche dallo studio condotto dalla IUL, in collaborazione con l’Università di Bath “International Covid-19 Impact on Parental Engagement Study (ICIPES)”2020.

Lo studio, che ha coinvolto 23 paesi, ha previsto la creazione di un questionario con domande chiuse ed aperte volto ad indagare il coinvolgimento dei genitori nel supportare l’attività di studio e di apprendimento durante il primo periodo di lockdown. Dai risultati del campione italiano (genitori di figli e figlie tra i 6-16 anni) è emerso che sono state prevalentemente le donne (madri o nonne) che si sono occupate di seguire e supportare l’apprendimento dei figli durante la DAD, una percentuale nettamente schiacciante, pari al 94%. Oltre il 50% ha dichiarato di aver controllato le email e le indicazioni provenienti dalla scuola “quasi ogni giorno” per fornire un sostegno “tecnico”, mediando le indicazioni degli insegnanti da un lato, e dall’altro, ricoprendo un ruolo di sostegno all’apprendimento che fino ad allora non era mai stato richiesto in maniera così netta. Come si può immaginare tale presenza decresce in modo significativo al crescere dell’età dei figli. Alla luce di questo quadro la presente ricerca si pone la finalità generale di approfondire come i docenti e i Dirigenti abbiano sperimentato attività collaborative online al fine di identificare esperienze significative e trasferibili per promuovere la partecipazione attiva e la relazione negli ambienti di apprendimento virtuali. Si intende inoltre approfondire il ruolo del contesto familiare come aspetto centrale per una buona riuscita del processo di insegnamento-apprendimento in tale prospettiva.

27/03/2023

L’e-tutoring nella didattica telematica universitaria. Una ricerca-azione per la formazione professionale degli e-tutor

Molteplici studi a partire dai primi anni Duemila hanno affrontato il tema dell’e-learning e della sua evoluzione (Bonaiuti, 2006; Calvani, 2009; Ranieri, 2011) individuando tre principali generazioni di formazione a distanza (FAD). Esiste un’ampia letteratura relativa all’analisi dei sistemi di terza generazione nei quali si supera la definizione di formazione a distanza per sostituirla con quelle di e- learning e online distance learning, che meglio descrivono la possibilità di apprendere assieme, anche se «distanti per luogo e per tempo», in un rapporto paritetico e di scambio non solo tra discenti, ma tra i diversi soggetti della rete. Nei sistemi di «terza» generazione, si considera infatti il processo sociale come l’idea chiave dello sviluppo della formazione a distanza (Capogna, 2014).

Figura centrale di questo apprendimento come processo sociale è quella del tutor online. La funzione tutoriale svolge infatti un ruolo essenziale nella formazione online dal momento che la didattica erogata in modalità online impone che lo studente sia opportunamente affiancato da figure specialistiche in grado di supportarlo con continuità, di orientarlo nel percorso di studi e nell’utilizzo della piattaforma informatica, di sostenerlo negli aspetti contenutistici, metodologico-didattici e dal punto di vista della motivazione (Ferrari et al., 2021).

Diversi studi teorici (Calvani & Rotta, 2000; De Metz & Bezuidenhout, 2018; Rivoltella, 2006; Rotta & Ranieri, 2005; Salmon, 2011) hanno nel tempo delineato il ruolo, le funzioni, gli stili di tutorship e le competenze di questa importante figura professionale. Sappiamo che l’e-tutor deve possedere competenze sociali, cognitive, affettive e tecnologiche (Berge, 1995) e che in base alle competenze messe in gioco può assumere diversi ruoli: pedagogico/intellettuale, sociale, manageriale/organizzativo e tecnico (Abdullah & Mtsweni, 2014; Berge, 1992). In relazione agli obiettivi prevalenti della formazione, ai modelli di e-learning adottati e ai diversi stili di tutoraggio messi in campo la figura dell’e-tutor può diversificarsi in e-tutor con funzioni di supporto esterno e mediazione, e-tutor come moderatore/animatore, e-tutor facilitatore, e-tutor come istruttore (Collins & Berge, 1996; Rotta & Ranieri, 2005).

Alcune ricerche hanno verificato come un’efficace azione di e-tutoring contribuisca a migliorare le performance e le possibilità di successo formativo degli studenti e svolga un ruolo centrale nel creare un ambiente di apprendimento efficace e motivante (Raviolo, 2020). In molti casi l’e-tutor è l’interlocutore principale degli studenti e diviene a tutti gli effetti un esperto che riduce la distanza tra docenti e studenti (Mirzadeh et al., 2020), rappresentando allo stesso tempo una figura fondamentale di supporto per il team dei docenti e risultando quindi al centro dei processi di innovazione didattica (Vegliante & Sannicandro, 2020).

Negli ultimi anni è quindi emersa la necessità di rafforzare e ripensare il ruolo del tutor nell’ambito dell’e-learning e della didattica online (Halverson & Graham, 2019; Youde, 2020), dove questa figura ha assunto un ruolo sempre più centrale, anche a seguito dei cambiamenti apportati alla didattica e alla formazione online dalla pandemia di COVID-19. In questo contesto si inserisce l’offerta formativa dell’Università Telematica degli Studi IUL. L’ambiente di apprendimento online progettato e realizzato dall’Università si rifà al framework teorico della Community of Inquiry (COI) che riflette un approccio collaborativo-costruttivista all’apprendimento (Benedetti, 2018).

Il modello “COI” sviluppato già nel 2000 da Garrison, Anderson e Archer è composto da tre elementi-chiave, attraverso il quale viene sviluppata un’esperienza di apprendimento significativa e collaborativa che si realizza nell’intersezione di tre componenti fondamentali: la presenza sociale, la presenza cognitiva e la presenza didattica. L’elemento cognitivo costituisce il cuore dell’ambiente di apprendimento on line ed è formato dai contenuti di apprendimento. La presenza del docente, anche nella versione di facilitatore, è necessaria per dare una guida e una direzione all’apprendimento. Tra le sue caratteristiche, una delle più importanti è la versatilità e l’abilità di adattarsi facilmente alle esigenze degli studenti. L’idea stessa di apprendimento assume i caratteri di un processo sociale che si sviluppa attraverso l’interazione. L’Ateneo propone un modello che permette al corsista di affrontare lo studio nel modo che preferisce, seguendo un percorso lineare oppure individualizzando fino alla piena personalizzazione dell’approccio ai contenuti attraverso una selezione autonoma. I corsi disponibili sulla piattaforma e- learning, infatti, sono progettati come un insieme di singoli moduli inseriti in una struttura reticolare e mappale. In questo modo il corsista ha la possibilità di personalizzare la formazione secondo il proprio modo di elaborare e organizzare le conoscenze.

Il supporto a queste attività viene garantito da due tipologie di e-tutor che operano nell’ambiente di apprendimento online: il tutor di percorso e il tutor disciplinare. I tutor di percorso hanno il compito di supportare la motivazione dello studente lungo tutto il percorso didattico, di orientarlo e guidarlo nel corso della sua carriera accademica, modulando adeguatamente il percorso formativo alle caratteristiche di ciascuno. Il tutor disciplinare invece è un esperto, qualificato nella disciplina, che affianca il docente titolare dell’insegnamento, contribuendo al miglioramento continuo della qualità del corso, del servizio offerto e dell’apprendimento degli studenti (Ferrari et al., 2021). Uno dei suoi compiti più importanti è fare sì che lo studente non si senta isolato, riducendo la distanza tra studenti tra studente e docenti, e tra studente e università. Idealmente il tutor disciplinare, supportando l’interazione online dei partecipanti, dovrebbe incentivare la creazione di una vera e propria comunità di apprendimento che favorisca sia il superamento dell’isolamento del singolo che la valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo (Mori et al., in press; Trentin, 1998). Questo aspetto è fondamentale per minimizzare il sentimento di distacco che è comune tra gli studenti che frequentano le università online (Ferrari et al., 2021). Date queste premesse, la finalità generale del progetto è quella di mappare i ruoli, le attività, le interazioni degli e-tutor al fine di intercettare buone pratiche di supporto agli studenti, eventuali difficoltà ed elementi di criticità, possibili elementi da ottimizzare e possibili sviluppi futuri in un’ottica di miglioramento dell’azione di tutoraggio. La mappatura sarà funzionale anche all’elaborazione di un percorso formativo in entrata per gli e-tutor che si apprestano a supportare sia le attività didattiche (come e-tutor disciplinare) sia quelle organizzative e di orientamento (come e-tutor di percorso).

Il progetto ha inoltre l’ambizione di consolidare le buone pratiche già in essere e di gettare le basi per la creazione di una vera e propria comunità di pratica finalizzata allo sviluppo professionale, attraverso un processo di “co-costruzione” del percorso formativo e la condivisione con gli e-tutor dei risultati in itinere e finali della ricerca. Questo aspetto è particolarmente rilevante dal momento che la comunità di pratica stimola il desiderio dei suoi appartenenti ad un migliore futuro professionale (Abedini et. al., 2021) sia in termini di soddisfazione (Guan & Frenkel, 2018; Kang & Yang, 2016; Lounsbury et. al., 2007) sia nell’acquisizione di nuove competenze (Abu Bakar et al., 2017).

27/03/2023

GEASA: Upgrading Global Education Across Subject Areas

L’obiettivo principale di questo progetto è quello di sostenere un’educazione efficace ai problemi contemporanei basata su 4 elementi chiave: 

1. Educazione globale – enfatizza la consapevolezza globale, la cittadinanza e la responsabilità, l’importanza della trasformazione verde; supporta gli studenti nell’approccio al mondo da molteplici prospettive e nel considerare le implicazioni etiche del potere differenziale e dei privilegi in tutto il mondo, creando le basi per un’azione responsabile; 

2. Transdisciplinarità – si concentra sulla creazione di connessioni nell’apprendimento tra le diverse aree disciplinari e tra le diverse prospettive, evitando l’eccessiva specializzazione e la compartimentazione delle conoscenze e consentendo agli studenti di affrontare problemi sfaccettati, di coltivare le competenze intellettuali necessarie nel 21° secolo e di diventare studenti a vita; 

3. Metodologia Speech and Debate – metodologia profondamente interattiva che unisce la ricerca indipendente, il lavoro di gruppo, il pensiero critico e la costruzione di argomentazioni basate sui fatti. Metodologia del discorso e del dibattito – metodologia profondamente interattiva che riunisce ricerca indipendente, lavoro di gruppo, pensiero critico, costruzione di argomentazioni basate sui fatti e capacità di parlare e presentare in pubblico, aumentando l’interesse dei giovani per le questioni politiche e altre questioni contemporanee e fornendo loro gli strumenti per proporre soluzioni politiche praticabili;

4. Educazione digitale – consideriamo gli approcci educativi digitali, sempre più importanti, come una risorsa piuttosto che come una necessità, con un enorme potenziale per aiutare gli studenti a eludere gli ostacoli geografici e/o finanziari a un’istruzione di alta qualità e a offrire strutture di apprendimento diverse a studenti con stili di apprendimento differenti. 

4/10/2022

MICRAG – How “micro” can aggression be?

Molti studi hanno scoperto che le micro-aggressioni hanno un impatto negativo significativo sulla salute mentale e fisica delle persone. E’ quindi necessario sensibilizzare i cittadini europei e formarli ad essere meglio preparati ad affrontare questo fenomeno. Ciò è particolarmente importante per tutti coloro che lavorano in posizioni pubbliche, ad esempio funzionari pubblici, insegnanti, operatori giovanili o persone che lavorano nei media pubblici. L’obiettivo generale è quello di ampliare l’attuale concettualizzazione dell’aggressione e della violenza che esclude le forme di molestie “a bassa gravità” e di dotare i cittadini che lavorano nel settore pubblico di competenze che promuovano l’inclusione, la diversità e l’equità nella loro comunicazione con i loro clienti e di ridurre le barriere legate alla discriminazione, ad esempio al genere, all’età, all’etnia, alla religione, alle credenze, orientamento sessuale o disabilità.

13/05/2022

RIME. Raccontare il Territorio con la Media Education

Il libro di testo è tradizionalmente lo strumento di apprendimento per eccellenza all’interno dei contesti scolastici, tanto da configurarsi come guida sicura per gli insegnanti nella trasmissione del sapere. Nel corso del tempo il suo ruolo rassicurante è andato progressivamente integrandosi con le nuove tecnologie, ricevendo un forte impulso dalla legge n. 133, del 6 agosto 2008, il cui articolo 15 stabilisce il passaggio, entro l’anno scolastico 2011-2012, dai classici volumi cartacei per la scuola a libri di testo «nelle versioni a stampa, online scaricabile da internet, e mista».
Accanto alle produzioni digitali delle case editrici si assiste a un’ampia diffusione di supporti educativi, capaci di integrarsi nella didattica sostenendo quelle pratiche di lettura e scrittura in precedenza di solo appannaggio dei libri di testo.
La rivoluzione digitale ha trasformato in profondità il materiale didattico, soprattutto per i bambini, in un percorso che va dagli oggetti fisici a quelli digitali (Ponticorvo et all., 2019). Spesso i docenti utilizzano gli strumenti digitali integrandoli con il libro di testo, ma più solitamente progettano e realizzano i contenuti di loro interesse, e ancor più di rado coinvolgono gli studenti.
Il presente lavoro di ricerca intende esplorare le modalità di realizzazione, e le potenzialità, di percorsi media educativi che coinvolgono i docenti in attività di produzione di narrazioni digitali inerenti le realtà territoriali limitrofe.
Colonne portanti della presente proposta di ricerca divengono quindi: il digital-storytelling, le attività di formazione e co-progettazione con le docenti di percorsi interattivi (svincolando l’attività da un mero utilizzo strumentale), la valorizzazione del territorio e la realizzazione di prodotti digitali da realizzare con gli allievi.
Il digital-storytelling, inteso come l’arte di narrare storie anche attraverso l’interazione di più fonti digitali (Bruschi, 2017), rappresenterà lo sfondo integratore attraverso il quale, a partire da una carta geografica o dalla rappresentazione di uno spazio fisico, i docenti potranno condurre gli studenti in percorsi di esplorazione attraverso molteplici OER (Open Education Resource). Attraverso la progettazione di proposte narrative di questo tipo i docenti sono supportati nel definire una struttura ben organizzata della conoscenza, da apprendere e rendere esplicita attraverso uno schema epistemico. Ciò facilita sia il docente nell’identificazione delle idee più rilevanti sia il discente ad ancorare tutte le informazioni che riceve (Hattie, 2008).

8/11/2021

Pratiche di insegnamento-apprendimento della filosofia. Dagli Orientamenti alla didattica per competenze

Il progetto ha l’obiettivo di individuare nuove pratiche e strategie didattiche utilizzate per l’insegnamento-apprendimento della filosofia alla luce dei temi-chiave della didattica della filosofia promossi dagli Orientamenti ministeriali (2017). All’esplorazione dei più avanzati modelli teorici adottati come quadro di riferimento, si affianca una ricerca qualitativa che ricostruisce la varietà delle prospettive dei docenti di “Didattica della filosofia” nei corsi di laurea in Scienze filosofiche. Nel complesso, nelle diverse pratiche diffuse sui territori, la ricerca permette di riscontrare un notevole slancio all’innovazione.

6/04/2021

Classi in rete. Sperimentazione di una formula di “lezione condivisa” nelle piccole scuole abruzzesi

Le piccole scuole che si trovano in luoghi remoti sono spesso destinate alla chiusura per carenza di alunni e di personale. Per salvaguardare queste realtà scolastiche, nel 2019 i ricercatori Indire hanno approfondito il piano “École Eloignée en Réseau”(EER) realizzato in Québec dal CEFRIO (Centre facilitant la recherche et l’innovation dans les organisations, à l’aide des technologies de l’information et de la communication) e dalla Commission scolaire du Fleuve et des Lacs, Ministère de l’éducation et de l’enseignement supérieur. 

Dalla collaborazione con CEFRIO e la rete EER nasce “Classi in rete”, un percorso di ricerca intervento volto ad applicare il modello EER in Italia. Il supporto di IUL nel contesto delle piccole scuole abruzzesi permetterà di comprendere le potenzialità di questo modello innovativo che si avvale di soluzioni tecnologiche originali, per un’evoluzione delle formule di educazione in rete dei docenti. 

31/03/2021

Leadership Condivisa per il Cambiamento – Community

La community realizzata da Indire in collaborazione con IUL è un ambiente virtuale dedicato alla leadership condivisa per il cambiamento, una modalità organizzativa che diversifica le persone coinvolte nelle decisioni per un proficuo cambiamento della scuola. Nasce, in continuità con il progetto Learning Leadership to change, al fine di creare uno spazio per la discussione e il confronto sul tema tra tutti gli attori della comunità scolastica: dirigenti scolastici, docenti, studenti, genitori e stakeholder del territorio. Gli utenti avranno la possibilità di approfondire il concetto di “leadership condivisa”, partecipare a webinar con esperti del settore e confrontarsi in un ambiente continuamente aggiornato.

5/10/2020

Social learning e attività interattive online nella didattica universitaria

Gli alti tassi di dropout nei percorsi di formazione online indicano che molti studenti si sentono disconnessi e isolati a causa della distanza tra di loro e con il formatore. Questo studio ipotizza che, all’interno di un percorso universitario online, l’introduzione di attività di tipo sociale e una maggiore enfasi sull’apprendimento collaborativo e di gruppo abbiano un impatto positivo sia in termini di motivazione che di apprendimento. La ricerca vuole indagare in che misura e in quali condizioni questo avvenga, e quale relazione possa stabilirsi tra attività di tipo sociale e collaborativo e modelli istruzionali classici. Attraverso l’introduzione mirata di attività interattive e collaborative all’interno di percorsi universitari in essere, lo studio vuole favorire lo sviluppo di comunità online osservabili e indagare la relazione tra dimensione sociale e apprendimento, pensiero critico, motivazione, soddisfazione e consapevolezza degli obiettivi formativi da parte degli studenti.

5/10/2020

Percorsi di sviluppo nella carriera docente verso il middle management scolastico

Il progetto di ricerca è finalizzato allo studio della “leadership intermedia” all’interno delle scuole italiane quale presupposto per il riconoscimento di profili e ruoli organizzativi di middle management anche nella prospettiva di uno sviluppo differenziato della carriera docente. Oltre a qualificare il profilo professionale delle figure di middle management, il progetto di ricerca mira a quantificare anche le strategie di incentivazione e selezione. In particolare, alcune domande di ricerca riguardano gli aspetti legati alla valorizzazione e alla formazione di una leadership intermedia nelle scuole e/o reti di scuole.

5/10/2020

GUINEVERE

Il progetto focalizza l’attenzione sul game-based learning e sulla didattica immersiva delle lingue straniere attraverso l’uso dei videogame e dei mondi virtuali.
Muovendo dalla revisione della letteratura di settore, il progetto ha previsto una ricognizione dei bisogni formativi dei docenti in questo ambito e ha proposto la sperimentazione sul campo di alcuni videogiochi immersivi per l’apprendimento delle lingue straniere, con l’obiettivo di verificarne l’impatto. Le attività si sono svolte in tre diversi ambienti virtuali: Second Life, Open Sim, Minecraft. Infine è stato progettato e erogato un MOOC in lingua inglese per docenti sulle tematiche del game-based learning e della didattica immersiva delle lingue straniere.

5/10/2020

ICIPES – International Covid 19 Impact on Parental Engagement Study

Il momento di crisi dovuto alla pandemia ha visto nei genitori un ruolo chiave per l’apprendimento dei figli. A livello sia nazionale sia internazionale, è interessante comprendere quale sia stato questo ruolo e come sia stato vissuto-interpretato dai genitori. Sono coinvolti nell’indagine 20 stati: Belgio, Cina, Hong Kong, Cile, Chile, Colombia, El Salvador, Etiopia, Ghana, Honduras, India, Giappone, Messico, Spagna, Sri Lanka, Tanzania & Zanzibar, Turchia, Gran Bretagna, Uruguay, USA.
La IUL rappresenta l’Università di riferimento per il campione italiano. Un questionario tradotto nelle diverse lingue permetterà un confronto attraverso domande chiuse e aperte.

2/10/2020

La crisi dei sistemi scolastici e la scuola del futuro

Lo studio contribuisce all’approfondimento e alla sistematizzazione delle analisi alla base del movimento delle Avanguardie Educative e segna il completamento della ricerca pluriennale condotta dal Prof. Giovanni Biondi sulla necessità di una trasformazione del sistema scolastico. L’analisi di componenti strutturali come didattica, architetture, spazi di apprendimento, arredi e tecnologie, permette di delineare i caratteri che contraddistinguono il modello scolastico fin dalla sua nascita e di indagarli in una prospettiva critica. Obiettivo dello studio è favorire interventi mirati per l’innovazione del modello scolastico e il ripensamento del modello educativo, attraverso le tecnologie digitali e i nuovi linguaggi, in linea con una nuova rappresentazione delle conoscenze.

4/09/2020

IWDPD – Innovation in Window and Door Profile Designs

Laboratorio di ricerca e sperimentazione finalizzato a indagare il fenomeno dell’innovazione in chiave olistica. Il percorso sviluppato, ispirato al Design Thinking, ha impiegato gli strumenti delle scienze sociali per analizzare aspetti apparentemente distanti dalla serramentistica, settore di attività dell’azienda partner del progetto, fornendo nuovi spunti per l’efficacia dei processi creativi e delle metodologie di innovazione. L’ispirazione a un approccio l’human-centred ha permesso di definire un protocollo con una scuola primaria e di realizzare un laboratorio didattico che, attraverso il disegno collaborativo, favorisse lo sviluppo di competenze trasversali nei bambini e insieme restituisse all’azienda un approfondimento sui temi della creatività.